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Umidità di risalita

Come avviene umidità di risalita e come risolvere il problema nei muri? Una delle patologie edili più frequenti.

L’umidità di risalita muraria

Come avviene l’umidità di risalita e come risolvere il problema alla radice? Per capire meglio una delle più famose patologie edilizie occorre identificare i principi fisici con cui si verifica, ma soprattutto le cause.

Le informazioni contenute in questo articolo sono frutto di anni di studi e della mia esperienza con l’umidità di risalita accumulata in ed esperienza in cantiere, mi assumo la responsabilità per ogni cosa scritta in questo articolo e dichiaro con soddisfazione aver risolto sempre tutte le problematiche incontrate.                                                                        

Per descriverti l’umidità di risalita, utilizzerò l’ottima documentazione pubblicata da Marco Argiolas, nel suo libro “l’umidità da risalita muraria”, nel quale vengono osservate le leggi della fisica che entrano in atto. Nel volume finalmente viene fatta chiarezza sul fatto che non è soltanto la forza della capillarità (tramite la tensione superficiale) a generare la risalita. Entrano più significativamente in gioco altri fenomeni fisici come:

  • L’adsorbimento.
  • L’absorbimento.
  • Il deassorbimento.
  • La condensazione capillare.
  • L’influenza della temperatura

Fattori altrettanto importanti, fino ad ora sottovalutati in Italia ma non all’estero.

Dopo un’attenta serie di studi oggi si può distinguere la risalita in primaria e secondaria, a loro volta queste due forme possono essere sia di tipo capillare che non capillare. Esistono per questo quattro manifestazioni riconosciute diverse di umidità d risalita:

  • Capillare primaria.
  • Non capillare primaria.
  • Capillare secondaria.
  • Non capillare secondaria.

Quando l’umidità di risalita, inizia il suo processo dalla base (intradosso) delle fondamenta, si definisce umidità da risalita primaria. Trattasi di un’eventualità molto rara, sia nel caso della risalita primaria capillare (generata appunto dalla capillarità) che nel caso di quella non capillare primaria, (che al contrario è generata da tutte le altre forme di diffusone di acqua nei muri).

umidità di risalita
Fig. Esempi di murature a contatto con il terreno umido,  devono considerare le caratteristiche dei materiali e come vengono a contatto con l’acqua, senza dare per scontato che l’acqua acceda sempre dal terreno.

 

La risalita di origine secondaria, si distingue in capillare se vi è un apporto di acqua liquida sia dall’immediato sottosuolo, come ad esempio dal perimetro del fabbricato, oppure da perdite di acqua proveniente da impianti. Ma può essere causata anche dal degrado dei manufatti confinanti, piuttosto che dalla falda freatica o dall’errata teoria della differenza di potenziale (causa priva attualmente di riscontro scientifico).

Nel caso di risalita non capillare, molto spesso la causa risiede nel contatto tra il fabbricato con il terreno. Il terreno d’inverno è notoriamente più freddo, più umido oppure esposto ad altre problematiche che comportano fenomeni condensativi. Anche la mancanza del riscaldamento durante l’inverno può esserne causa.

Le strutture realizzate su fondamenta in pietra, come fienili o edifici storici, notoriamente poggiano su terreni, spesso con grande ritenuta d’acqua e falda superficiale. In questi edifici, se saranno presenti altri fattori si potrà originare la risalita capillare primaria. In grado di attraversare, dal basso verso l’alto tutta la struttura muraria, se non interrotta da corpi speciali. Bisognerà in fase di indagine,, per distinguere il degrado nelle varie parti dell’edificio, mettere in conto anche le forze che possono annullare la risalita, dipendenti dalle modalità di ristrutturazione e restauro che ha interessato il fabbricato, come le malte, le addizioni di nuove strutture adiacenti, il calore, la ventilazione, eccetera.

Nel caso di strutture storiche, che possiedono alla base blocchi di marmi e graniti, oppure con fondamenta in mattoni molto ben cotti, che appoggiano su terreni più aridi o sabbiosi, difficilmente si creeranno le opportunità di una risalita capillare. Poiché questi elementi risultano uno sbarramento diretto efficace in percentuale significativa.

Nelle fondamenta in mattoni ben cotti, a contatto con quantità poco rilevanti di acqua allo stato liquido, sarà improbabile l’assorbimento diretto e la diffusione rapida dell’umidità. Tuttavia, se le murature alla base saranno esposte al freddo durante l’inverno, oppure saranno realizzate con spessore importante (oltre i 40 cm) potrebbero crearsi le basi per una risalita non capillare primaria. In questo caso la risalita sarebbe di origine condensativa primaria poiché partirebbe dal terreno, fenomeno molto frequente nelle murature di ampio spessore o controterra.

Nelle costruzioni edili più recenti è stata introdotta la fondamenta in cemento armato, la quale fornisce una barriera contro l’acqua proveniente dal basso, se l’altezza della fondamenta si estende fin fuori terra o sopra i marciapiedi l’umidità di risalita non potrà avvenire.

umidità di risalita
Fig. la fondamenta a cordolo in cemento armato ha protetto la muratura dall’umidità di risalita, tuttavia è presente un vecchio buco chiuso con malta a base di calce che ha permesso all’acqua di poter imbibire i mattoni. il calcestruzzo se ben confezionato è impermeabile.

Viceversa, se la quota della fondamenta è sottostante alle quote di calpestio esterne, potranno avvenire fenomeni di imbibimento di acqua laterali, che simuleranno in tutto e per tutto la risalita.

Se ci troviamo di fronte ad una costruzione che possiede muri in mattoni pieni, che poggiano sulla fondamenta in cemento armato, con quest’ultima più bassa della quota del terreno, probabilmente saremo esposti alle infiltrazioni laterali di acqua dal terreno. Tale fenomeno è del tutto concomitante alle situazioni meteorologiche e viene definito umidità di risalita capillare secondaria. Poiché nei pori sarà presente acqua liquida e per capillarità si sposterà grazie alla tensione superficiale. Sempre in questa situazione, può avvenire viceversa che durante periodi più aridi i muri possano asciugarsi, anche completamente.

Un problema molto frequente che accompagna questa forma di risalita, è la carbonatazione nel ferro nel cemento armato sottostante, il fenomeno elettrochimico avviene quando il terreno si asciuga, consentendo all’ossigeno di raggiungere il ferro dentro il calcestruzzo.

 

umidità di risalita
Perché possa avvenire umidità di risalita i capillari devono essere saturi, per poter attivare le forze di coesione ed adesione.

 

Fenomeno diverso ma di gran lunga il più frequente, è l’umidità di risalita non capillare secondaria, anche questa forma avviene quando il muro è bagnato alla base dai lati, sia internamente che esternamente, ma non da sotto. In questa situazione i muri assorbono naturalmente acqua, sia in forma liquida che di vapore, ma la quantità è modesta, tale da non consentire alla capillarità di manifestarsi.

In questo caso l’acqua assume lo stato di impregnazione, e possiede un comportamento fisico completamente diverso da tutte le altre forme prima elencate. L’umidità muraria in questa situazione può saturare i capillari, ma non completamente. Le manifestazioni sono molto simili a quelle della risalita non capillare primaria, ma si avrà un minore apporto salino, poiché il contatto con il terreno è limitato.

L’umidità di risalita capillare si può verificare solo se presente in grande quantità nel terreno. Come la presenza di una falda nell’immediato sottosuolo, in caso di perdite negli impianti, dopo infiltrazioni di acqua piovana. Con temperature mediamente basse che  limitano l’evaporazione, ed è riconoscibile per la fuoriuscita di sali, i quali creano una linea bianca più o meno regolare, parallela al terreno.

Nella maggioranza dei casi, per statistica è più probabile dover affrontare l’umidità di risalita non capillare secondaria. Trattasi di umidità proveniente dal perimetro dell’edificio e nell’immediato sottosuolo. Per imbibizione, viene assorbita acqua dalla muratura, la quale per differenza di concentrazione, diffusione capillare e le altre forze citate, si sposta verso la zona più favorevole per evaporare. Durante questo processo una parte significativa rimane trattenuta nelle murature.

 

umidità di risalita
(1)In presenza di una muratura con fondamenta in cemento armato, ma interrata, avremo fenomeni di risalita secondaria.(2)Se sarà presente un basamento di fondazione drenante non sarà possibile avere fenomeni di risalita capillare, ma i mattoni non saranno immuni ai fenomeni condensativi. (3) Nel caso di mattoni a contatto diretto con il terreno, saranno possibili tutte le tipologie di risalita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La teoria di umidità di risalita capillare 

La teoria sostiene che, più i pori presenti nei mattoni saranno comunicanti ed a diametro ridotto, maggiore sarà la forza di adesione e coesione che l’acqua avrà all’interno del capillare, se essa è presente in forma liquida. Viceversa più i pori saranno di diametro elevato, meno il menisco superficiale dell’acqua produrrà la forza elettrostatica in grado di aderire alle pareti del capillare. In questo caso varrà il principio dei vasi comunicanti.  Si tende ad immaginare i pori come tubi, quando nella realtà sono più rappresentabili come una il reticolato di un formicaio.

Può verificarsi risalita capillare se presenti questi 3 requisiti indispensabili:

  • Presenza abbondante di acqua liquida in prossimità dell’edificio, indispensabile per le forze di adesione e coesione.
  • Un’elevata velocità di trasferimento attraverso i pori, possibile solo se assenti sbarramenti.
  • Presenza di espulsione salina continua.
umidità di risalita
Nonostante l’immersione in acqua il castello estense è immune all’umidità di risalita, poiché diversi fattori fisici ne rendono impossibile l’avvenimento.

Fattori complementari dell’umidità da risalita

 

1 L’assorbimento e il deassorbimento

In edilizia l’assorbimento avviene anche quando un setto poroso si trova in presenza di umidità relativa crescente, le molecole del vapore si trasferiscono spontaneamente dall’aria al materiale. Fenomeno opposto avviene con umidità relativa più bassa, la muratura perde umidità, e questa fase viene chiamata deassorbimento.

 

2 L’adsorbimento e l’absorbimento

L’adsorbimento dell’acqua, in geologia avviene se il vapore viene trattenuto nella muratura tramite reazioni chimiche, ma anche con azioni fisiche. Nel nostro caso possiamo faremo riferimento ai legami elettrostatici prodotti dal silicio, che trattiene le molecole d’acqua, formando un doppio strato di ioni OHattraverso i capillari. In relazione al diametro dei capillari si può raggiungere la saturazione dei capillari. Se avviene la completa saturazione si verifica l’absorbimento, che può generare anche la presenza di acqua liquida.

 

3 La condensazione capillare

Nei pori di piccola dimensione il rapporto tra le superfici delle pareti ed il volume del poro diventa sfavorevole. Ciò, causa un’elevata adesione da parte dell’acqua, che determina igroscopicità. Sarà maggiore la possibilità di saturazione dei pori in presenza di umidità relativa alta. Per farti un esempio spesso si determina come umidità di risalita la condensazione dell’umidità nell’aria. Dovuta alla parte della muratura più vicina al terreno, poiché più fredda.

 

4 I fenomeni diffusivi dell’umidità di risalita

Avvengono in maniera diversa, per esempio il vapore può spostarsi da una posizione all’altra anche per la sola differenza di pressione. Se all’interno del locale l’umidità relativa sarà alta, allora sarà molto probabile che si diffonda nel setto poroso (legge di Fick) la diffusione del vapore. Altro fenomeno è la diffusione superficiale, il trasferimento dei flussi insaturi attraverso i capillari, fenomeno molto più lento ma più esteso. Ancora maggiore è la diffusione capillare, che si verifica con umidità relativa oltre al 95%, che tenderà ad intasare i pori se di ridotte dimensioni.

 

5 La temperatura

Anche la temperatura gioca un ruolo chiave, nel caso di temperature basse della muratura ed alta umidità relativa avviene la condensazione. Altro fenomeno termico più interessante, è quello della pressione esercitata dal calore. In fisica viene chiamato effetto Ludwig-Soret, che spiega come un fluido trova difficoltà nello spostarsi da una parte più fredda ad un più calda della muratura. Questo perché ostacolato dalla pressione che il calore esercita su di essa. Le murature che sono esposte al sole sono più ostili verso l’assorbimento di acqua, oppure tendono a trattenere l’acqua nel volume interno, fenomeno noto anche come condensazione inversa.

Igroscopicità
Fenomeni igroscopici causati dalla temperatura attenuata e dallaccumulo di acqua proveniente dalle precipitazioni.

 

6 L’igroscopicità dei sali per l’umidità di risalita

La risalita difficilmente arriva ad altezze di qualche metro se non dopo diversi secoli. Nel caso di Venezia è frequente ritrovarsi di fronte ad un quantitativo di sali non indifferente, arrivati anche tramite le mareggiate ed il vento. I sali trattengono acqua all’interno dei muri, tramite la formazione di cristalloidrati. In assenza di sali la quantità l’umidità nelle murature sarebbe inferiore, possiamo quindi affermare che Venezia è maggiormente influenzata dal vapore prodotto dall’acqua marina, vettore dei sali. Con un ruolo importante del vento, capace di spingere l’acqua a diversi metri di altezza.

 

7 La differenza di potenziale elettrico e l’umidità di risalita

Si tratta di una causa davvero poco rilevante in proporzione alle altre, è una teoria che ad oggi non ha ancora un seguito scientifico certificato, ma ad ogni modo influisce. Compare spesso nelle schede dei venditori di centraline alimentate come Ecodry oppure dispositivi autoalimentati come Aquapol, ma anche società di consulenze molto superficiali. Tuttavia la fantomatica legge fisica cui farebbe riferimento non viene mai menzionata, poiché probabilmente ne fraintendono i principi fisici e preferiscono non menzionarne il funzionamento.

Per la quasi totalità, la differenza di potenziale nei muri è frutto conseguente alla presenza di acqua nelle murature , non la causa. La presenza di acqua genera differenza di potenziale elettrico, scientificamente provato, dovuto alla bipolarità dell’acqua, la quale molecola in prossimità del silicio presente nei materiali edili viene attratta alle pareti, soltanto dopo aver perso un atomo di ossigeno per via dell’acidità. Il composto si trasformerà in OHˉ, e si legherà per due serie di catene attorno ai pori, la prima serie è più stabile, mentre la seconda è più mobile.

Questo fenomeno genera correnti alternate, da qui si può constatare la presenza della differenza di potenziale con un tester e sarebbe sbagliato ritenere questa come causa della risalita.

In percentuale molto inferiore, soltanto in costruzioni con fondamenta in mattoni e successivamente ristrutturate utilizzando malte cementizie; possono generarsi all’interno dei muri delle piccole cariche di potenziale elettrico, questo è possibile poiché la conducibilità dei vari elementi è diversa. Questo  genera piccole cariche elettrostatiche, come avviene in alcune batterie. Il principio esiste, ma con l’acqua non centra nulla.

 

E’ poco noto che, i problemi di umidità di risalita negli edifici storici erano quasi assenti prima dell’avvento del cemento, ma ovviamente un venditore di centraline o apparati autoalimentati non ve lo dirà mai.

 

Dentro l’acqua ci sono i sali

I sali sono i vettori dello scrostamento degli intonaci, sono formati da un metallo e un non metallo, motivo per cui possono passare dalla deliquescenza mentre sono sciolti in acqua alla cristallizzazione quando l’acqua se ne evapora. La cristallizzazione determina un aumento del volume oltre le 10 volte a diverse centinaia di bar,. Con questa caratteristica, alcuni sali possono permettersi di erodere nel breve periodo pressoché tutti i tipi di intonaci, dalla calce e nel medio lungo periodo anche mattoni, intonaci deumidificanti e qualche tipo di marmo.

I sali dannosi per il muro sono i nitrati i solfati e i cloruri, e ogni sale per essere neutralizzato necessita dei giusti accorgimenti, puoi trovare un articolo dettagliato sull’argomento qui:

Per ciò possiamo dire che acqua e sali si dividono i mali, l’acqua causa l’aumento dell’umidità relativa, favorendo l’avvento di muffe e microrganismi nelle parti della casa meno arieggiate, mentre i sali causano i danni alla struttura dei manufatti. In molti inoltre non sanno che i sali possono provenire anche dai materiali edili. In questi casi ci si trova di fronte ad una finta umidità di risalita, causata dal fenomeno di condensazione capillare che avviene alla base del muro e poi risale, ma anche da impermeabilizzazioni carenti e conoscenze limitate del problema.

 

Presenza di sali fuoriusciti dalle murature , in questo caso non si tratta di umidità di risalita poiché i mattoni sono perfettamente asciutti.

Le false soluzioni

Possono essere inutili o parte della soluzione, ma prese singolarmente non hanno alcuna efficacia contro l’umidità da risalita muraria, purtroppo per risolvere il problema il marketing è spietato, ogni anno vengono presentati nuovi prodotti talvolta anche fantasiosi e poco invasivi.

Zio google, con il marketing del prodotto solitamente non descrive appieno il problema, ma gioca d’anticipo indicando che tutto quello scrosta intonaci e vernici sia umidità di risalita. Spesso il problema è diverso, costituito da degrado termico o semplice igroscopicità, in tali casi si può davvero risolvere il problema con semplici intonaci, ma questo non deve creare false referenze sulle capacità deumidificanti dei prodotti.

Intonaci deumidificanti antisale, traspiranti o risananti, danno l’illusione temporanea di aver risolto il problema, ma semplicemente trattengono acqua nel muro per via della microcapillarità nello strato di antisale. Sono presenti sul mercato dagli anni 90, e sono stati proposti dalle aziende come una soluzione affidabile e duratura. Alcuni li decantano come la soluzione migliore, in realtà vanno utilizzati soltanto dopo aver arrestato la risalita per neutralizzare o contenere i sali. Se invece si verifica la scomparsa del problema, molto probabilmente non si aveva a che fare con umidità di risalita, ma difetti del materiale.

Intonaci deumidificanti macroporosi, risultano più efficaci di quelli antisale per asciugare i muri, poiché non possiedono lo strato di antisale che limita la traspirabilità. Vanno applicati per uno spessore di almeno 4 cm e sono strutturati per almeno il 50% in volume da aria. I sali così possono essere accumulati all’interno, durante l’evapo-traspirazione. Con questo tipo di intonaci non si avrà un aumento dell’altezza della risalita ma il decadimento dell’intonaco dopo un periodo di tempo più o meno lungo.

Intonaci termici, a differenza degli intonaci deumidificanti offrono un potere coibente al muro. Possono isolare la muratura dai cambi bruschi di temperatura, eliminando anche in parte le condensazioni capillari, oltre ad attenuare la risalita non capillare se usati in modo opportuno.

Dispositivi magnetici (calamite), per questo tipo di sistema va specificato che non si è attestato lo spostamento di acqua in forma liquida utilizzando magneti, anche di notevoli dimensioni. Non hanno alcuna efficacia nel respingere l’acqua proveniente dal sottosuolo, poiché le leggi fisiche che legano l’acqua ai capillari maggiorano l’attrito ai supporti.

Cartucce aeranti o sifoni di knapen, griglie di aerazione non servono a nulla, poiché la superficie aerante dei fori non consente ai muri di asciugarsi come invece dichiarato dai venditori. Inoltre la presenza di aria circolante sotto i pavimenti genera dispersioni di calore e quindi condensazione di acqua nelle murature.

I risanamenti parziali sono spesso inutili, poiché se per risanare bisogna conoscere le cause. Non si può trascurare ogni eventuale punto debole di ingresso dell’acqua, che se non arginata assieme ai sali può far cedere un intonaco nuovo in poche settimane.

Le tinteggiature o prodotti ad impregnazione, è impensabile che prodotti posati nella parte terminale dei muri possano essere risolutivi ad un problema di accumulo. Non esistono prodotti che pennellati o spruzzati all’esterno, possano contenere l’umidità di risalita, e “se resistono” allora non avevamo a che fare con umidità di risalita muraria.

Le soluzioni

Il metodo Massari ormai non si utilizza più, ma ad ogni modo viene eseguito forando il muro alla quota del pavimento da parte a parte, con una prima serie di carotaggi avente diametro 3,5/10 cm, i fori devono essere realizzati con carotatrice, con tazza diamantata, senza alcuna vibrazione e possibilmente ad acqua per limitare le cavillature. Utile per la risalita capillare ma molto meno per i fenomeni condensativi della risalita non capillare, poiché il ponte termico non viene annullato.

La Barriera chimica, il principio sembra facile da capire ed oggi con le microemulsioni risulta anche più semplice da realizzare, ma in passato le prime soluzioni avevano numerosi ostacoli da superare, come l’alcalinità dei muri e l’assenza dei mezzi per poter iniettare a pressione i composti nel muro o l’assenza di resine ai silossani iniettabili per caduta con molta facilità.

Come il metodo Massari è utile per la risalita capillare ma molto meno per i fenomeni condensativi della risalita non capillare, poiché il ponte termico non viene annullato.

L’elettrosmosi attiva è adatta per contrastare la risalita capillare e non, si applica inserendo all’interno degli intonaci uno speciale impianto in leghe composte da titanio e metalli nobili, tramite questo impianto collegato a 220 v tramite una centralina speciale si può ottenere una differenza di potenziale nell’ordine di 2 volt circa, sufficiente a respingere l’acqua nel terreno con un consumo di 5-10 € di corrente elettrica l’anno.

Sistema valido peri casi di umidità di risalita capillare, paradossalmente funziona soltanto in pochissimi casi. Oltre a questo, deve essere sempre collegato all’impianto elettrico.

La barriera termica Thermistore evoluzione del sistema Hypothermos, che prevedeva il riscaldamento dei muri attraverso tubi di rame. I quali trasportando acqua calda, cedevano calore. Tale sistema è stato migliorato, con brevetto italiano, il quale prevede un cavo riscaldante al posto del rame.

Sistema poco invasivo, è sufficiente installare alla base della facciata interna dei muri, un cavo di 5 mm di diametro. Il cavo una volta murato sotto l’intonaco, viene collegato ad una centralina, che rileva temperature di aria e muro, generando automaticamente il calore necessario. Sufficiente è, alzare la temperatura di pochi gradi, per abbattere immediatamente i fenomeni condensativi, e nell’arco di pochi giorni o settimane, asciugare i muri.

È un ottimo sistema per combattere la risalita non capillare ma trova un po’ più difficoltà con la risalita capillare.

Il taglio meccanico deve essere realizzato con materiali che evitino lo scivolamento dalle sedi dei muri, fenomeno verificatosi durante il sisma dell’Emilia il 29 maggio 2012, in cui diverse villette di recente costruzione nel comune di Mirandola hanno subito lo spostamento di asse dei muri portanti rispetto l’asse delle fondamenta.

I sistemi autoalimentati ad antenne non invertono nessun potenziale elettrico della muratura, poiché la muratura possiede un piccolo campo magnetico generato dal silicio dei materiali da costruzione, ma si tratta di un fenomeno fisico intramutabile e che ad oggi non può essere annullato da nessuno strumento.

La differenza di potenziale, si misura nei muri generata dalla presenza di acqua. Possiamo quindi affermare che è l’acqua la vera causa, della differenza di potenziale elettrico nei muri, non le dispersioni elettriche. Come affermano alcune aziende, senza dimostrare veridicità di ciò. Il tutto è riscontrabile con un tester a puntalini.

Questi dispositivi non contrastano la risalita capillare, ma l’umidità muraria, visto il debole segnale elettrico emesso da questi nel muro. Il segnale viene convertito dalle emissioni elettromagnetiche, di origine geologiche. Per capire quanto intensa la loro forza, basti pensare ad una bussola, il cui potenziale magnetico può muovere un ago, ma non un chiodo.

In altre parole, il sistema può essere utile in una costruzione medievale fuori terra, costruita in pietre e calce (come una chiesa). Ma è del tutto inutile nei fabbricati più recenti, in cui è presente il cemento.

Le centraline elettrofisiche per l’umidità di risalita, come i dispositivi non alimentati sono utili nel caso dell’umidità muraria ed igroscopica ma risultano inutili nel caso di flussi saturi come nel caso della risalita capillare Il principio dell’abbattimento di forza di coesione ed adesione con segnali elettrici è valido male normative europee che limitano l’emissione SAR (Specific Absorption Rate) Il tasso di assorbimento specifico che esprime la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando questo viene esposto all’azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenza (RF).

Poiché il segnale è di 0,25 microtesla, in una muratura fuori terra in pietra e calce, avremo un miglioramento graduale nell’arco di alcuni anni. Mentre per una struttura realizzata controterra, con intonaci in cemento, dovremo trovare sistemi più efficaci.

Queste soluzioni, se non inserite e organizzate in un piano di risanamento, potranno anche fallire. Non esiste come avrai intuito, un metodo migliore dell’altro. Prima di tutto dovrà essere realizzata un’analisi, per determinare il tipo di intervento.

Si il tutto deve essere coordinato al meglio e devono essere combinati diversi prodotti.

Quale può essere le soluzioni più efficace all’umidità di risalita?

Il mio è un servizio unico in Italia. Mi occupo del risanamento di abitazioni ed edifici dal problema dell’umidità di risalita, partendo dall’analisi iniziale dei muri fino all’esecuzione dei lavori di risanamento.

  • Analisi del problema Si parte con un incontro, un colloquio telefonico o con l’invio diretto di foto, planimetrie ecc. della tua proprietà da risanare. Sarò chiaro, non è sempre necessaria un’analisi strumentale, a volte mi bastano pochi minuti per capire a fondo la situazione, a volte servono due ore. Esaminerò le infiltrazioni laterali, lo scolo delle acque, i marciapiedi, la quantità di acqua liquida e condensata in diversi punti nei muri. Saranno eseguiti anche rilievi elettrostatici delle murature ed eventuali infiltrazioni o perdite.
  • Piano di risanamento: Ti fornirò una serie di lavorazioni necessarie per risolvere il tuo problema. Partendo dalla superficie esterna dell’edificio, fino al prosciugamento completo dei muri della tua abitazione. Comprendendo marciapiedi, scolo delle acque, tubi di gronda, risanamento dei muri, neutralizzazione dei sali e ricostruzione degli intonaci, Con la garanzia concordata a venti anni.
  • Esecuzione dei lavori: Anche in questa lavorazione sarò presente personalmente sul campo. Non delego ad altri il lavoro di direzione del cantiere ma tengo molto ad essere presente. Affinché io possa verificare che i lavori siano eseguiti al meglio, senza imprevisti.
  • Assistenza: Pensi che sia finita qui? No, con me compri un risultato, non un servizio, ad un anno circa dal termine dei lavori sarà effettuato. Se richiesto, una verifica di controllo.

Purtroppo non posso prestare il mio servizio in tutta Italia, ma se vorrai inviarmi delle foto proverò ad esserti di aiuto.

Se vuoi conoscere meglio i metodi di risanamento per l’umidità di risalita clicca qui.

Contatti:

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Preventivo

 

 

Daniele Stevoli

Lo specialista dell'umidità di risalita Benvenuto, in questo sito troverai le mie soluzioni ai problemi di umidità e non della pubblicità ai prodotti, non sono legato ad alcun tipo azienda fornitrice e non lo sarò mai, solo così posso permettermi di dire TUTTA la verità e FARE sempre il lavoro nel migliore dei modi.

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3 Commenti

  1. Ecco finalmente uno che spiega bene le cose e che prende posizione, ho comprato una centralina due anni fa, di un’azienda che fa solo quello.
    Ero titubante nell’acquisto, ma poi spinto da uno sconto di mille euro ho deciso di acquistarla.
    Non ho avuto alcun beneficio credo, mi può spiegare come fare per capire se sta funzionando?

  2. Per sapere se il sistema sta risolvendo il problema serve un sopralluogo con analisi, inoltre non bisogna utilizzare termicamente ed igrometro, poiché non ci forniscono i dati che servono.

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